Alla luce delle operazioni: “Tela del ragno” contro la ‘ndrangheta.
Storia di un viandante
Siamo nella bella e dannata provincia di Cosenza. Kuba e’ un giovane che ama la natura e come tanti giovani della sua eta’ si lascia spesso trasportare dalla voglia d’avventura. Il nostro protagonista ha ventisei anni e si è appena laureato all’universita’ di Lodz con il massimo dei voti in storia moderna e contemporanea. Per questo motivo ha deciso di farsi un regalo, un viaggio alla scoperta del sud Italia. Ha sentito tanto parlare del Mezzogiorno nel suo Paese. I mass media dipingono questo luogo come un territorio selvaggio, abitato da strane persone che nonostante gli aiuti economici ricevuti dalle autorita’ nazionali e continentali, non sono riuscite ancora ad uscire da una condizione di sottosviluppo. In Polonia come nel resto dell’Europa unita Kuba ha assistito a tanti dibattiti sull’argomento; le pubbliche amministrazioni dei Paesi membri, comprese quelle regionaliste del nord Italia sono stanche di arogare aiuti ad una realta’ che non ne vuole sapere di investimenti e crescita economica, sono stanchi di aiutare sempre gli stessi, – la monotonia lacera anche i piu’ volenterosi a lungo andare -. Ha sentito anche che da Roma in giu’ sono dislocati i centri del potere criminale su scala internazionale. La mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, sono parole e nomi di “cose” che evocano terrore e disprezzo nella mente di Kuba. Oltre a questo pero’ si e’ documentato sulle bellezze paesaggistiche di queste aree, dei borghi storici e della gastronomia locale, anche questi di fama internazionale.
Kuba e’ confuso, non riesce a capire come tale splendore possa confondersi con i casi di sequestri e traffici di droga e rifiuti tossici che dilaniano e lacerano tutto un intero ambiente. Per questo motivo ha fatto una scelta: vuole addentrarsi personalmente nei meandri di questi posti che qualcuno ha definito in passato “esotici”. Quindi va in un internet cafe’ e fa una breve ricerca per decidere dove andare a fare la sua “ricerca di campo”. Clicca <<Calabria>> e gli balza in bella vista il sito della regione, con le foto delle sue fortune paesaggistiche in bella mostra. Ma la Calabria e’ pur sempre troppo grande per Kuba, e’ un giovane che si e’ appena laureato, e non ha un bacino economico tale da permettersi un viaggio alla scoperta di un territorio cosi’ vasto. Restringe le sue ricerche su un’area determintata, la costa tirrenica cosentina. Vede che anche facile arrivarci per via dell’areoporto internazionale di Sant’Eufemia. Compra il biglietto da una compagnia aerea a basso costo ed inizia a fantasticare sulle diverse ipotesi di che cosa trovera’ una volta arrivato a destinazione. Pensa a scene di degrado ambientale, rifiuti sparsi dappertuttuo per le strade, sparatorie e corse clandestine in auto che sfrecciano all’imbazzata durante un coprifuoco dettato consensualmente da una societa’ che ha assopito il suo essere comunita’.
Arriva finalemente il giorno della partenza, e’ luglio ed in Calabria fa molto caldo. L’azzurro del mare che si apre ai suoi occhi gli riempie il cuore di meraviglia. Appena giunto in areoporto si trova un po’ in difficolta’, non parla italiano, ed ha sentito dire che da queste parti la gente parla addirittura deiversi dialetti. Rimane quindi piacevolmente sorpreso quando si accorge che allo sportello per i turisti vi sono persone che lo aiutano; giovani come lui, che si sono laureati in Calabria e che parlano perfettamente inglese. Sorride, si sente piu’ rilassato e chiede dove gli conviene passare delle piacevoli giornate in spiaggia sulla costa del tirreno cosentino. Il nostro Kuba e’ fortunato, una delle ragazze allo sportello e’ di Cosenza, e senza indugi gli indica come arrivare sul litorale bagnato dal Tirreno.
Abbiamo gia’ detto che il nostro amico ama l’avventura, per questo non ha prenotato nessun albergo.
Si precipita alla stazione ferroviaria e sale sul primo treno. E’ pomeriggio, il sole picchia davvero forte, e Kuba ha davvero tanta voglia di refrigerarsi. Dal finestrino del treno aveva gia’ notato qualcosa: l’estate delle cicale impazzava sulla spiaggia. Musica ad alto volume e gente dappertutto a godersi la bella stagine tra giochi ed attivita’ ludiche in riva al mare. Decide quindi di darsi da fare anche lui per godere di tutto quel divertimento.
Scende dal treno e nota che vi sono tanti bed and breakfast nella zona dove poter alloggiare a prezzi non troppo elevati. Si rivolge alla reception, anche qui parlano inglese e nonostante il caldo viene accolto con simpatia. La camera che affitta e’ carina, ha tutti i comfort possibili ed immaginabili. Nel giro di due minuti si mette in costume e si reca in spiaggia. I lidi balneari sono stracolmi, nell’aria c’e’ aria di festa; le strade sono pulite e non ci sono auto che sfrecciano in gare clandestine come aveva invece immeginato dalle tante notizie che aveva raccolto e dagli incontri ai quali aveva partecipato. Anzi, vi sono sia le Ferrari che le Lamborghini, ma sono guidate da uomini in giacca e cravatta, uomini d’affari quindi.
I lidi sono fantastici, uno piu’ bello dell’altro, tutti con attivita’ ludiche. Il mare lo invita a tuffarsi, e’ limpido e non sembra per niente inquinato come aveva sentito dire.
Arriva la notte. Il coprifuoco non esiste, altra sorpresa. La gente si riversa per le strade. Non ci sono prostitute, solo ragazze e ragazzi vestiti a festa, pronti ad addentrarsi nel verticoso ritmo della notte. Fa amicizia con un gruppo di ragazzi; dai vestiti che indossano e dagli orologi capisce che sono dell’alta societa’. Va dunque coi suoi nuovi amici in discoteca. Che sorpresa per Kuba vedere che non ci sono pallottole volanti come aveva letto sui giornali, ma solo gente in Audi e Lamborghini che si divertono in locali mozzafiato stile Ibiza. Hotel a 5 stelle sul lungomare, ville e case costose in ogni dove; Kuba respira il benessere e ne e’ felice. Non scorge la ‘ndrangheta e comincia a ricredersi su tutto quello che aveva appreso in Polonia. Pensa: << La mafia non esiste, qui tutti sono benestanti e si vive alla grande!>>. Ma ecco che deve ricredersi, vede infatti che un paio di ragazzini, ad occhio e croce poco piu’ che quindicenni , rubano un portafogli e si allontanano correndo con la refurtina. Kuba e’ in un certo senso rassicurato, ha visto che la mafia esiste, ne ha avuto la prova, ma non e’ quella che si immaginava, in fin dei conti non gli fa neppure tanta paura.
I giorni di ferie passano presto, ed il giorno del ritorno a Lodz arriva subito.
Sono passati dieci anni da quelle vacanze passate sul litorale del tirreno cosentino. Kuba e’ malato, i medici gli riscontrano un tumore contratto con molte probabilita’ proprio nel periodo in cui si trovava in vacanza in Calabria. Riesce pero’ a curarsi in tempo e si salva dalla morte.
Accede alla rete internet, prova a dare la lieta notizia ai suoi amici calabresi coi quali ha curato nel tempo una bella amicizia portata avanti tramite la rete ma non li trova in chat. Va a curiosare tra le notizie ed apprende che sono stati arrestati con l’accusa di pluri omicidi e traffico di droga in giro per le discoteche. Apprende che quei locali nei quali aveva alloggiato e si era divertito all’inverosimile sono stati messi sotto sequestro poiche’ erano controllati dalle cosche malavitose e lì, proprio nel mare dove si era tuffato, hanno trovato barili colmi di rifiuti tossici.
Kuba non capisce piu’ niente, Kuba muore dentro perche’ si accorge che non aveva capito niente, era stato vittima, e nel suo piccolo anche collaboratore del cancro che si era impossessato della provincia cosentina come del Mezzogiorno intero. Decide di scrivere un libro sulla sua esperienza affinche’ in futuro, giovani come lui, non commettano il suo stesso errore di non accorgersi su quello che gli accade intorno. Dieci anni prima Kuba voleva scoprire la Calabria e le sue bellezze, e pensava che le avesse difatto trovate; dieci anni dopo decideva di ritornare in quei luoghi col senno di poi, i suoi occhiali gli danno adesso tutta un’altra visuale….
Emanuele Carnevale