Questa settimana scopriamo la poesia di Gherardo Pozzi, “L’estate dell’innocenza”; componimento che è stato proposto al concorso “Un calice di Versi”.
L’estate dell’innocenza, di Gherardo Pozzi
Era sera il caldo stava lasciando il passo
ad una serata fresca lieta e di speranze avvolta
Io che ti tenevo la mano e cercavo di incontrare
il tuo dolce sguardo volto sulla terra arsa
Il rosso calice ci bagnava le labbra
Le nostre anime si rilassavano assaporando un amore
appena nato così limpido puro genuino
come le vigne dove cie eravamo nascosti
attraversando a piedi sentieri assolati
cercando di non farci scorgere
sentendo in noi la forza dell’unione
mentre le grida provenivano dalle cantine aperte
Era la festa d’agosto era il palio atteso
costumi d’epoca per gioie attuali
occhi di un cielo azzurro pastello
che stavano simulando vampe al tramonto
Ricordo i fiaschi riempiti da mia nonna
Ricordo il profumo del vino caduto assaggiando
Provumo divenuto inno d’estate
Noi bambini che correvamo intorno al tavolo
assaggiando una goccia di vita pura
che ci avrebbe condotto nell’atteso domani
Mi manca quel profumo
Mi mancano quelle bottiglie di vetro
che sembrava avessero la forma del cuore
le cerco ma non le trovo
sono volate in cielo senza avvisarmi
allo stesso modo di quei pomeriggi d’estate
quando tra l’uva non ancora colta
respiravamo l’aria dell’innocenza.