Chico il professore, di Angelo Pagliaro ed Antonio Orlando

Antonio Orlando e Angelo Pagliaro
CHICO IL PROFESSORE

Vita e morte di Francesco Barbieri, l’anarchico dei due mondi
Prefazione di Francisco Madrid Santos
Coedizione La Fiaccola e Zero in Condotta
pp. 352 EUR 22,00 (per coloro i quali ordineranno il testo tramite l’associazione Paolab sarà applicato uno sconto pari al 50%. Per info )
ISBN 978-88-95950-31-0

 

L’assassinio di Berneri e Barbieri

Durante la rivoluzione spagnola Berneri rivolge la sua critica soprattutto verso quelle forze che, all’interno del campo repubblicano e “democratico”, perseguono obiettivi “particolari” o ritenuti comunque pericolosi. In breve gli eventi precipitano, culminando con i fatti del tragico maggio barcellonese, dove Camillo viene ucciso insieme al compagno di lotta Francesco Barbieri, il 5 maggio 1937, dagli agenti della Ceka, un commando composto da comunisti italiani e spagnoli.

 

Foto segnaletica di Francesco Barbieri, amico di Berneri che morì con lui il 5 maggio

I fatti

«… Verso le 6 del pomeriggio un gruppo di “mozos de escuadra” e di “bracciali rossi” del PSUC irrompe nel portone numero 3. Li comanda un poliziotto in borghese; in tutto, saranno una dozzina. Salgono gli scalini di marmo che portano al primo piano e bussano alla porta di Berneri. Ad aprire è Francesco Barbieri, 42 anni, anarchico di origine calabrese. Nell’appartamento, oltre Berneri, c’è la compagna di Barbieri e una miliziana. – Il poliziotto in borghese intima ai due anarchici di seguirlo. – E per quale motivo? – Vi arrestiamo come controrivoluzionari. – Barbieri è paonazzo. – In vent’anni di milizia anarchica – dice – è la prima volta che mi viene rivolto questo insulto. – Appunto in quanto anarchici, siete controrivoluzionari. – Il suo nome fa Barbieri irritato – Gliene chiederò conto presto. – Il poliziotto rovescia il bavero della giacca e mostra una targhetta metallica con il numero 1109. – I due anarchici vengono portati via, mentre la compagna di Barbieri chiede invano di poterli seguire. – Ma il viaggio è breve, di quelli che non ammettono testimoni. Berneri è gettato a terra in ginocchio e con le braccia alzate, e da dietro gli sparano a bruciapelo alla spalla destra. Un altro colpo alla nuca, lo finisce. Barbieri segue la stessa sorte, ma il lavoro è meno pulito, gli assassini sprecano più colpi. Più tardi, verso sera, i cadaveri vengono abbandonati nel centro della città… ».

Dalla quarta di copertina

 

I pochi e scarni ritratti che restano di Francesco Barbieri ci consegnano un personaggio scomodo, un anarchico forte, energico, determinato, passionale che suscitava sentimenti contraddittori ed opposti: o un’immediata antipatia o una simpatia spontanea. “Era tutto per gli altri e sapeva ritirarsi a tempo quando la sua innata timidezza lo avvertiva che non eran piu’urgenti e necessari i suoi piccoli enormi servizi”, afferma uno dei suoi compagni. Un altro libertario racconta:” Barbieri era uno che veniva dall’America del Sud; era un mezzo assaltatore di banche, aveva i nervi sfatti e viveva a suon di pastiglie “perché lui era un mezzo gangster”. In quasi tutta la letteratura esistente, il nome dell’anarchico calabrese viene sempre associato a quello di Camillo Berneri, che seppe apprezzare e valorizzare le sue qualità di uomo coraggioso capace di grandi sensibilità e generosità e, al contempo, di grande fermezza e sangue freddo quando le condizioni lo richiedevano.
I due autori hanno cercato di ricomporre i tanti frammenti di una vita avventurosa vissuta tra la Calabria, il Sud America e l’Europa e conclusasi tragicamente, durante il conflitto spagnolo, nel corso dell’ultimo, cruento scontro fratricida tra anarchici e comunisti.