“Un ROSSO natale con Paolab”

(…) Perche’ se vogliamo dirla tutta, fare una vita dignitosa vuol dire tutto e niente. L’ articolo 36 della nostra Carta Costituzionale ha bisogno quanto mai di essere riempito di contenuti; ed allora interroghiamoci, cosa significa <<vita dignitosa>>? Un’esistenza del genere non puo’ e non deve precludersi niente, giacche’ tutto dev’essere alla portata di tutti. Mi spiego meglio: il malato ha bisogno di cure specifiche? Gli devono essere fornite. Il poeta ha bisogno di paesaggi incontaminati? Gli devono essere forniti. L’attore ha bisogno di teatri? Gli devono essere forniti. Il musicista ha bisogno dei violini cremonesi? Gli devono essere forniti.  Tutto cio’ che puo’ far trovare all’individuo la strada per poter arricchire il suo genio deve essergli fornito, perche’ e’ dal genio di ognuno che si arricchisce la societa’, giacche’ il genio condiviso da modo di arricchire se stesso quando dona il suo creato al giudizio critico del compagno. Ed allora lo stato quale entita’ ed organizzazione politico-territoriale, o gli organismi sovra nazionali (l’Italia ad esempio e’ uno di questi, non pensiamo all’UE…), devono essere pianificatori perche’ devono fornire a tutti gli strumenti ed il sapere necessario per poter avere una vita dignitosa. Dunque tutto il sapere tecnico, scientifico ed artistico dev’essere messo alla portata di tutti. Altro che l’uomo si fa da se’!

Senza l’azione collettiva dell’autodeterminazione del singolo attraverso e per mezzo del gruppo collettivo, nulla  puo’ avvenire. Il liberismo ci fa capire quanto impossibile sia per noi tutti poter autodeterminarnci nelle discipline che piu’ ci piacciono. Attraverso la fame difatto annientano le nostre piu’ alte facolta’, ci riducono a progettisti invece che sognatori. Si aspira cosi’ ad un lavoro sicuro ed onesto, per poter avere di che sfamarci. Un salario per poter assicurare sostentamento alla prole. Uno stipendio a garanzia di una vita sedentaria che  diviene nomade un paio di settimane all’anno. Come fa un singolo a poter coltivare la sue passioni in un mondo del genere? Del resto esiste il mutuo, quello per il quale lavori un’ intera vita per pagare l’interesse al banchiere che ti ha dato occasione di sfamarti a rate…

Qualcuno potrebbe a ragione dire che qui si utopisti, perche’ si punta alla luna, ma e’ puntando alla luna che si arriva a scalare le vette piu’ alte.

 

Mi serviva tutto questo, ne avevo bisogno per poter riannodare il discorso dello scorso 21 dicembre.

Un ROSSO natale con Paolab iniziava con una musica minimale di Luca e Domenico, che si inscrespava tra le battute aperte su parentesi aperte e utopisticamente mai chiuse terra guerra, terra guerra, e poi ancora guerra terra, guerra terra. Elementi basilari della nostra civilta’, contesi dal nostro essere animale che neppure sottovoce riesce ad annodare le sillabe dolci della parola pace.

Un concerto ed un’esecuzione non banale, ma come lo stesso Domenico Di Santo sottolineava a mio avviso giustamente riappropriatrice. La musica classica eseguita per il popolo, per un pubblico dall’orecchio che potrebbe essere poco propenso a tali suoni elitari. Ma che in chiave costituzionale ci sta tutto. Non e’ forse questo condivisione del sapere fine all’accrescimento collettivo di una vita dignitosa che si evolve, ed e’  percio’ in continuo divenire?

Una melodia soave, minimale a tratti, ma mai banale, che ha permesso ai presenti di modificare il panorama circostante: dame, merletti, tearti, mercati affollati, manoscritti, intrighi amorosi, porti, botteghe, marinai.. tutto in un viavai settecentesco dai colori vivaci ma invasivi o volgari.

La diffusione di un sapere alto, perche’ ogni brano veniva anticipato dall’introduzione dei musicisti.

Questo e’ stato per noi Un ROSSO natale con Paolab, un momento di condivisione e privata riflessione intima, che non si e’ conclusa con l’applauso finale, bensi’ una grispedda o nu cuddurieddu al bar adiacente la sale del DLF, perche’ e’ cosi’ che si scalano le vette piu’ alte, e’ cosi’ che si arriva alla luna.

 

Grazie a tutti i partecipanti.

Emanuele  Carnevale

 

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