In ormai tanti anni di attivismo civico ci siamo resi conto che è un esercizio fuorviante quello di immaginare cose che non sono alla nostra portata. Un buon politico dovrebbe col suo entourage interpretare i bisogni della cittadinanza, prospettando soluzioni nuove. Il buon amministratore dovrebbe al contempo con la sua squadra riuscire a fare i conti con la realtà, calando i progetti nella dinamica sociale ed economica delle cose.
Il mélange, quando ben ponderato, fra visioni e piani attuativi, porta a delle proposte politico-amministrative interessanti. Ed è da questo assunto che bisogna ripartire per orientarsi al meglio in una campagna elettorale, che – auspicabilmente – vedrà i candidati alla carica di sindaco e consigliere comunale contendersi gli scranni al suon di programmi elettorali ed idee contrapposte.
Fra gli approcci che mettono tutti i candidati d’accordo, v’è sicuramente la voglia di accaparrarsi simpatie e consensi esprimendo idee volte alla valorizzazione di due tra le risorse più lampanti che il nostro territorio offre. Mare e monti sono infrastrutture azzurro – verdi che geograficamente intese, non sono rintracciabili ovunque. L’endemicità di godere di spiagge e faggete è specificità che garantisce microclima particolare, ed ambienti ecologici dalla biodiversità spiccata.
Il punto cruciale è che questi vengono assunti come patrimoni a sé stanti, che abbisognano di piani di sviluppo separati, non fosse altro per la distanza interposta dai livelli altimetrici che partono dal livello del mare, sino a risalire repentinamente per dirupi e crinali per centinaia di metri.
Eppure esiste un trait-d ’union che connette il tutto, e questi sono i bacini idrografici. Fiumi e torrenti con le loro sponde ed alvei offrono la possibilità concreta di connettere aspetti a prima vista così slegati quali sono mare e monti. Sarebbe bello in tal senso pensare a mega opere come cabinovie, parchi giochi, ciclovie, musei e quant’altro possa stuzzicare in tal senso la fantasia dei più estrosi; ma come già sostenuto, uno sviluppo politico-amministrativo è tale quando la proposta è realizzabile.
Da un punto di vista storico-architettonico, Paola si sviluppa fra due corsi d’acqua: la Fiumarella e il San Domenico. Oltre all’Isca, e più dell’Isca, sono questi i bacini su cui ci si potrebbe concentrare in campagna elettorale per sviluppare il concetto di “città verticale”. I rispettivi corsi d’acqua sono custodi della storia di Paola, in quanto lambiscono piazze, slarghi, intersecandosi con architetture di recente fattura come di storica memoria. Immaginare camminamenti, percorsi naturalistici che dalla foce arrivino alle fonti sorgive, in quota sarebbe un leitmotiv pregevole, in quanto incamererebbe nel suo percorso aree del centro storico, valorizzando ancor di più quei progetti che negli anni hanno sicuramente portato un valore aggiunto alla città.
Interventi poco invasivi, che sappiano esaltare la bellezza naturalistica e paesaggistica del territorio, combinati ad una promozione della cultura di Paola e del Mezzogiorno, possono essere linee guida su cui con serietà provare ad imbastire idee volte allo sviluppo del contesto ove viviamo, operiamo – e ad ogni tornata elettorale -, votiamo.

